Nel Corano, il libro sacro dell’Islam, il paradiso è descritto come una terra florida, ricca di alberi, fiori, fiumi e in cui si sente un dolce profumo di muschio. Ed in realtà, l’Arabia Meridionale non era il deserto che conosciamo oggi, ma era una terra ricca e rigogliosa. Era conosciuta come la terra dei profumi. Fu intorno all’anno 1000 che il filosofo e medico Avicenna scoprì come estrarre l’acqua dai petali di rose damascena. Questa veniva utilizzata per profumare le case e le moschee ed era molto apprezzata dai califfi che ne incoraggiano la produzione così che per secoli gli arabi mantennero il controllo del commercio del profumo di rosa.
I misteri dell’alchimia
Furono proprio gli arabi a gettare le fondamenta del pensiero alchemico, un insieme di discipline quali fisica, astrologia, chimica e medicina. Molti lo considerano l’antesignano della chimica moderna. L’alchimia è una scienza esoterica il cui primo obiettivo è convertire una sostanza in un’altra, ciò che è negativo per l’uomo in ciò che è positivo. Di base, la trasformazione dei metalli comuni in oro. Gli arabi applicarono all’industria dei profumi il pensiero alchemico che aveva come fine quello di ottenere dalle piante la loro “quintessenza” e successivamente, attraverso la distillazione della pianta, gli oli essenziali. Quando in Occidente inizia il declino dei profumi dopo la caduta dell’Impero Romano nel 476 d.c., la cultura del profumo rimane viva solo in Oriente che utilizzava il pensiero alchemico che destinava una parte notevole alla distillazione dei profumi.
Il popolo arabo ha una grande cultura scientifica basata sulle traduzioni di testi greci, persiani, romani e bizantini custoditi in immense biblioteche. Queste traduzioni influenzeranno la cultura scientifica dei popoli del Mediterraneo e dell’Europa. In realtà gli Arabi non sono gli inventori di questa tecnica ma la affinano nel tempo contribuendo a diffonderla in tutta Europa.
In un momento in cui in Europa si producevano profumi molto grassi, gli Arabi inventano l’alambicco, uno strumento per la distillazione nel quale si riscalda la materia prima con vapore acqueo che, una volta portata alla giusta temperatura, libera oli essenziali, aromi e alcol. Grazie a questo strumento, riescono a distillare un numero sempre maggiore di piante e di conseguenza aumentare la gamma di aromi disponibili in profumeria.
L’Oud, la resina preziosa
Spiritualità e amore per i profumi procedono parallelamente nell’Islam. Maometto soleva dire che ciò che amava di più al mondo erano le donne, i bambini e il profumo. Pare che, effettivamente, avesse un profumo preferito, l’Oud, definito l’oro nero per la sua rarità e per il costo da capogiro. L’Oud è una resina molto aromatica prodotta spontaneamente in natura. Si trova nel cuore degli alberi di Aquilaria ed è nota in profumeria come agarwood. Definito il profumo degli dei veniva bruciato nelle cerimonie religiose e aveva il potere di connettere l’uomo a Dio. Inoltre, aiuta a realizzare i desideri d’amore e il suo aroma legnoso e le sue note avvolgenti e intense aiutano gli amanti a unirsi.
Oggi, questa resina è utilizzata da moltissime case produttrici di profumi. Viene declinata in tantissimi accordi ma principalmente con note di bergamotto e rosa. La sua caratteristica è di adattarsi all’odore della pella della persona che lo indossa. Ciò rende l’Oud ancora più prezioso. Difficilissimo da trovare in Italia, è considerato ancora oggi un bene di lusso, perché come già anticipato, allo stato puro raggiunge prezzi vertiginosi. Non ci resta che fare un viaggio in Oman per riuscire a conquistare una scaglia di questa preziosa resina!
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