Quando le vacanze di Natale si avvicinano, passeggiando per le bellissime località del Salento, si sente il profumo dei dolci nell’aria.
Se i dolci tipici italiani maggiormente conosciuti sono il pandoro e il panettone, chi passerà le vacanze natalizie nel Salento, potrà assaporare una varietà di dolci della tradizione altrettanto invitanti, dal gusto autentico e genuino.
Questi dolci sono preparati ogni anno con amore e imbandiscono le tavole di ogni famiglia nei giorni di Festa. Dai “purceddhruzzi”, ai mostaccioli: ecco quali sono i dolci natalizi tipici del Salento!
I dolci natalizi tipici del Salento
Se trascorrerete nel Salento le vacanze di Natale, potrete conoscere e gustare varie sfiziosità, che potrete trovare nelle pasticcerie salentine, nelle feste e sagre che ci sono e anche se sarete ospiti degli abitanti locali.
La prima specialità tipica sono i “mustazzoli nnasprati”, dolci di tradizione araba che non necessitano lievitazione, hanno la forma di pasticcini ma sono composti da un impasto di zucchero, farina, miele e mandorle, ricoperto di glassa di cioccolato. Il termine “nnasprati” fa infatti riferimento proprio alla golosissima glassa.
Questo dolce è tipico non solo nel Salento ma di tutta la Puglia e in genere del Sud Italia, tuttavia la versione salentina è maggiormente povera di spezie (rispetto ad altre Regioni meridionali) e di conseguenza più genuina. I mustaccioli si preparano anche per le feste patronali estive, da quando un gelataio del dopoguerra decise di continuare la sua attività anche in inverno, sostituendo i gelati freddi con dolci più congeniali al clima.
Vi sono poi i “purceddhruzzi”, che devono la loro origine ai tempi della Magna Grecia. Si tratta di bocconcini di pasta dolce fritta nell’olio, fino ad ottenere una consistenza croccante; infine viene passata nel miele. Vengono serviti insieme a canditi, frutta secca e cannella. Rappresentano la versione salentina degli struffoli campani, più noti.
Simili ai purceddhruzzi ci sono le ‘ncarteddrate, cioè strisce di pasta dolce, anch’esse fritte e passate nel miele, ricoperte di pinoli e cannella. Sono diffuse, oltre che nel Salento, anche nel resto della Puglia e in Campania. Le strisce di pasta sono intrecciate tra loro a rappresentare simbolicamente il fascio in cui fu avvolto Gesù Bambino alla nascita e allo stesso tempo la corona di spine della sua Passione.
Le pittule dolci e il pesce di pasta di mandorla
Non di rado, purceddruzzi e ncarteddrate vengono servite con altre graziose forme di pasta fritta, come le “rose”, anche in questo caso passate nel miele e ricoperte di pinoli, canditi e frutta secca. Inoltre, potrete anche assaggiare la versione dolce delle “pittule”, palline di pasta fritta che in alcuni paesi del Salento vengono preparate nel giorno dell’Immacolata e nel corso del periodo natalizio.
Le pittule dolci sono generalmente passate nello zucchero (sciolto o meno) oppure nel miele e hanno un gusto unico. Infine, ma non meno importante tra i dolci salentini, c’è il pesce di pasta di mandorle. L’impasto si ottiene sminuzzando mandorle sgusciate insieme a zucchero.
La pasta viene poi composta nella forma di un pesce in occasione delle feste di Natale, poiché simboleggia Gesù Bambino. In occasione della Pasqua, invece, viene preparato lo stesso dolce ma a forma di agnello.
Le origini dei dolci salentini
Le origini di ciascun dolce sono molto più lontane di quanto ci si immagini: i Romani usavano friggere nell’olio della pasta dolce e servirla ricoperta di miele e frutta secca, come nella ricetta attuale dei purceddhruzzi. I dolci a base di mandorle derivano da una tradizione portata dalle dominazioni bizantine del Sud Italia. La storia di queste pietanze rappresenta per i Salentini un’eredità a cui aggiungere l’amore per la propria terra e il gusto di festeggiare insieme ai propri cari.