Fra tutti, il senso dell’olfatto è quello che condiziona maggiormente l’attività cerebrale. Sono proprio gli odori che, sin dai primi mesi di vita, ci aiutano a riconoscere le sostanze più utili alla nostra sopravvivenza e ad evitare quelle più dannose e pericolose. Ma non è tutto: essi infatti hanno l’incredibile potere di riuscire ad evocare ricordi e sensazioni che credevamo abbandonate nell’oblio della memoria, attivando emozioni e modificando il nostro stato d’animo.
Proprio come gli accordi musicali, anche i profumi sono composti da diverse note, essenze che spingono la nostra immaginazione verso luoghi inesplorati e suggestivi, consentendoci di di esprimere al meglio noi stessi, la nostra individualità e particolarità.
Quando chiesero a Marilyn Monroe, icona di sensualità, come si vestisse per andare a dormire, la diva rispose di indossare solo qualche goccia di Chanel N° 5, considerando questo profumo, ormai cult fra le numerose fragranze, qualcosa che va ben oltre un semplice un semplice odore: un vero e proprio abito, simbolo della sua indimenticabile sensualità.
L’interpretazione degli stilisti
La stessa Coco Chanel affermò, infatti, che “Il profumo è l’accessorio di moda basilare, indimenticabile, non visto, quello che preannuncia il tuo arrivo e prolunga la tua partenza”, percependolo come elemento essenziale per rendere il proprio passaggio qualcosa di memorabile. Insieme a lei, altri stilisti hanno espresso il proprio pensiero a riguardo, ad esempio Yves Saint Laurent considera il profumo elemento essenziale alla vita, affermando esso sia il “fratello del respiro” e Giorgio Armani disse che “Una fragranza ben scelta può diventare una caratteristica distintiva”.
Il pensiero degli autori mondiali
Ognuno ha il proprio modo di percepire e definire cosa rappresenta un odore particolare e la letteratura mondiale è ricca di citazioni dagli autori più significativi di tutti i tempi. Secondo il nostro Italo Calvino “L’odore subito ti dice senza sbagli quel che ti serve di sapere; non ci sono parole, né notizie più precise di quelle che riceve il naso”.
Oggi è risaputo, grazie ai numerosi studi neurochimici, che l’ippocampo e la corteccia prefrontale sono le regioni che sovrintendono all’elaborazione dei ricordi e che gli odori contribuiscono ad attivare l’ippocampo e dunque i ricordi, ma già nel 1926 Vladimir Nabokov scrisse in Maria che “Niente fa rivivere il passato più intensamente di un odore che una volta vi era associato”.
E tu? Che tipo di immagine, sensazione o pensiero assoceresti alle fragranze che vestono te e i tuoi cari o agli odori che caratterizzano i luoghi che hai visitato e che ti hanno emozionato particolarmente?